VOLO IN MONTAGNA
E chi l'ha detto che col paramotore si vola solo in pianura e in
collina? Con i nostri piccoli motori si può certamente esplorare le cime
rocciose dell' Appennino e delle Alpi, ma con qualche piccola accortezza, in
quanto il volo in montagna, come qualsiasi vololiberista sa molto bene, é
certamente più impegnativo.
Tra i vari mezzi volanti motorizzati, in teoria il nostro sarebbe quello meno
adatto al volo in montagna, principalmente per la modesta potenza a disposizione
e la limitata velocità che non ci consente di fare fronte a situazioni
difficili quali vento forte o discendenze accentuate che in questo ambiente sono
sempre possibili. Di fatto però, il paramotore non é altro che un parapendio
(para-pendio) con applicato un piccolo motore, quindi di questa diretta
parentela con i pendii certo qualcosa di buono ci sarà rimasto.. In confronto
al volo libero con il parapendio, infatti, abbiamo qualche piccolo svantaggio,
leggi un minore controllo sull'ala che non possiamo controllare con lo
spostamento del peso, ma pure qualche piccolo vantaggio, ovverossia la spinta di
un motore (ovviamente!) che ci leva d'impaccio in moltissime situazioni, e un
maggiore carico alare che aumenta la stabilità e la pressione interna dell'ala.
Rispetto al volo libero poi, conserviamo quello che é il nostro asso nella
manica: la bassa velocità di stallo e una maneggevolezza per qualsiasi altro
velivolo impensabile, unita a un tasso di caduta modesto a motore spento, che in
caso di bisogno ci permette di atterrare pressoché dovunque. Ecco perché gli
ULM spesso evitano il volo in montagna, pur disponendo di potenze e velocità
ben superiori alle nostre: perché in caso di piantata sarebbero guai. Nessun
problema per noi invece, come ben sanno la maggior parte dei paramotoristi che,
provenienti dal volo libero, tra cime rocciose e valli boscose sono di casa.
Ma quali sono gli aspetti impegnativi del volo in montagna, rispetto alle
rassicuranti pianure?
Ovviamente tralasciamo le nozioni aerologiche di base, che dovrebbero fare parte
del bagaglio culturale di ogni pilota.. Diciamo che se non avete molta
esperienza di volo libero, per i voli in montagna fatevi accompagnare da chi ne
ha..
Per quanto riguarda le conseguenze dell' aria rarefatta sui nostri mezzi,
bisogna dire che essa fa diminuire innanzitutto il rendimento delle nostre ali,
che viaggiano in quota ad una più alta velocità ma richiedono
contemporaneamente una maggiore spinta. Spinta che non é facile ottenere perché
allo stesso tempo l'elica stessa calerà il suo rendimento, richiedendo più
giri. Il motore infine, vede ridotte le sue prestazioni, in ragione della minore
pressione atmosferica.
Si può ben capire come, in seguito a questi fattori, si faccia presto a mettere
in crisi le ridotte prestazioni dei nostri umili mezzi. In realtà con motori
molto potenti (oltre 20 hp, ed eliche adeguate), gran problemi di tangenza non
ce ne sono; si sale benissimo senza incertezze fino a circa 4000 metri, quindi
più che sufficiente. Con un motore sotto i 15 cavalli invece, andare oltre i
2000 m. sarà difficile. Basti pensare che già ad 800 m. di quota (quindi
neanche tanti) la spinta disponibile cala di un buon 15%.
Da ciò si capisce come la vela ideale per il volo in montagna non sia una vela
piccola e veloce, ma piuttosto presenti buone caratteristiche di galleggiamento.
Considerato poi che spesso capita di decollare da posti infami (quello che si
trova si trova, non é come in pianura che sono tutti campi enormi), con poco
spazio, erba alta, alberi o precipizi, magari senza vento e con l'aria rarefatta
che complica le cose, é evidente che il gonfiaggio debba essere leggero e
rapido e la presa in carico istantanea. Dal lato motore ciò che conta
ovviamente é la spinta, che deve essere tale da consentire un certo margine in
rapporto al peso pilota.
Per capire ciò che accade attorno a sé sarebbe meglio disporre, oltre che di
un variometro, anche di un contagiri. Sapendo infatti quanti giri occorrono per
mantenere il livellato o per salire a un certo rateo ad una data quota (ciò che
si impara con l'esperienza), é possibile consultando il vario di media sapere
subito se la massa d'aria nella quale ci muoviamo é ascendente o discendente o
neutra. Ci sono infatti in molti casi leggere ascendenze o discendenze che senza
il contagiri sarebbe difficile quantificare. Questo strumento tra l'altro
permette di gestire al meglio il motore.
In montagna inoltre, é più che mai utile montare lo speed system. Fra gole e
creste infatti, non ci vuole nulla perché il vento aumenti fino a 20-30 km/h,
il che per noi significa essere fermi. Un accorto uso dello speed ci può cavare
d'impaccio e certamente ottimizza il volo.
Banale consiglio é quello di vestirvi bene anche d'estate, quando magari non
siamo più abituati a indossare pile e guanti e nemmeno li carichiamo in
macchina, ma in montagna all'alba la temperatura scende parecchio...
Non dimenticate, prima di decollare, di smagrire un pelo la carburazione. La
minore quantità d'ossigeno presente nella camera di scoppio a causa della
ridotta pressione atmosferica, richiederà infatti una miscela meno ricca. Di
solito é sufficiente 1/8 di giro a stringere sullo spillo.
Se si parte con poco vento o nullo, il gonfiaggio sarà meno pronto rispetto
alla pianura e la vela stenterà a prendere pressione. Per questo, visto che ci
sono, é meglio se si può sfruttare i pendii per il decollo. Anche una leggera
pendenza sarà sufficiente per agevolare la presa in carico del peso e mettere
rapidamente in pressione l'ala. A tal scopo, l'ideale sarebbe trovare un'area
per il decollo/atterraggio posizionata su di una sella o collinetta, con dolci
declivi in tutte le direzioni (specialmente lungo l'asse principale della
valle), per poter decollare e atterrare agevolmente in qualsiasi condizione di
vento. Andando a volare di prima mattina infatti, si possono trovare condizioni
incerte di vento specialmente in valli ampie o durante il passaggio da brezza di
monte a brezza di valle, perciò poter decollare in pendenza in tutte le
direzioni sarebbe d'aiuto.
A tal proposito si può senz'altro indicare come orario migliore per il volo in
montagna la mattina poco dopo l'alba. In montagna infatti, nella serata di
assolate giornate estive capita sovente di incontrare venti rilevanti,
turbolenza e/o evoluzioni temporalesche fino a tarda sera. Se non si vogliono
avere sorprese perciò, é consigliabile imporsi un'alzataccia e trovarsi in
loco, già pronti per il decollo, alle 07:30 del mattino e posare i piedi a
terra prima delle nove (orari estivi). In questo modo dovreste riuscire a
decollare con brezza di monte costante ed atterrare prima dell'instaurarsi della
brezza di valle, in compagnia delle prime bollicine termiche della giornata.
Altro innegabile vantaggio é che avrete volato con soddisfazione e sarete
tornati a casa (o in albergo) ancora prima che vostra moglie e i bimbi abbiano
fatto colazione, e potrete passare con loro l'intera giornata, senza sentire
lagnanze.
In volo il trucco per salire é senz'altro quello, banale, di evitare le
discendenze. Se é vero infatti che lo sfruttamento di una provvidenziale
ascendenza può accelerare di molto la risalita, ma non é indispensabile,
diventerà imperativo invece evitare le zone sfavorevoli. In tal senso sappiate
che é opportuno mantenersi lontano dai pendii, almeno finché siamo bassi, per
non incappare nella parte discendente della brezza di monte. Sul versante est é
probabile, già di primissima mattina, incontrare delle disorganizzate bollicine
termiche. Difficilmente esse ci aiuteranno a salire, ma in cima alle creste
possono già costituire una importante fonte di ascendenza e di turbolenza. Sul
versante ovest e su quello nord di solito é tutto più tranquillo, ma é anche
più facile incontrare fastidiose discendenze.
Una volta compiuto il vostro giro ed esplorato nuove vette, arriva il momento di
atterrare. Se avevate spento il motore riaccendetelo e fate diversi passaggi
bassi per saggiare l'aria ed osservare attentamente il segnavento (ma come, non
l'avevate sistemato, un bel segnavento alto munito di striscioline leggere?),
visto che probabilmente non ci sarà una brezzolina costante ma sbuffi indecisi
provenienti magari dalla direzione opposta alla quale siete decollati. Prendete
bene le misure e stallate con decisione, spegnete solo un attimo prima di
appoggiare i piedi. Arrivare lunghi può infatti essere pericoloso in presenza
di discese, col motore acceso si può sempre riattaccare.
Per il volo in montagna vale sempre la regola: siate prudenti e vigili, e se la
situazione non vi convince, andate ad atterrare. Seguite le previsioni meteo
locali. Provate regolarmente le manovre di discesa rapida, muovetevi con
intelligenza mantenendo almeno uno straccio di atterraggio nel cono di
efficienza, ma attenzione alle pendenze che spesso ingannano dall'alto. In caso
di piantata, preferite gli alberi fitti alle rocce o ai terreni troppo ripidi o
a qualsiasi forma di specchio d'acqua.
E non dimenticate di godervi il panorama!
Testo: Davide Tamagnini
Foto: Giovanni Menna