RACCONTO
Sabato (sulla Pietra)
di Davide Tamagnini
Sono le sei di mattina. Non ho messo a punto la sveglia perché
é sabato, non devo andare a lavorare.. Anzi, sono in montagna con la famiglia,
in quel di Castelnovo. Ma mi sono svegliato ugualmente. Abbiamo trovato rifugio
quassù dalla opprimente calura di questa torrida settimana d'alta pressione.
Ora il tempo si deve guastare, é in arrivo una perturbazione. Speriamo perché
di questo caldo non se ne può più. Le previsioni avevano riportato possibilità
di temporali fin dalla mattina, ma fuori non si sente rumore di vento o pioggia,
sembra tutto tranquillo. Del resto la sera prima mi sono fatto un bel volo nei
dintorni, e l'aria era ferma e tranquilla come capita di rado.
La quiete prima della tempesta?
La mogliettina accanto a me e il bimbo nel suo lettino ronfano beati. Ora dovrei
saggiamente rigirarmi dall'altra parte e richiudere gli occhi. Ma la voglia di
mettere il naso fuori per vedere se sia volabile é troppo forte. Se le
previsioni fossero buone aspetterei la sera, o il giorno dopo, ma é sicuro un
peggioramento e bisogna cogliere l'attimo... Eppoi é sabato, avrò tutto il
giorno per riposare.
Al diavolo! Mi alzo e muovendomi come un ninja per non svegliare il pargolo,
esco dalla camera e mi vesto. Se é buona é buona, sennò farò una passeggiata
nei boschi con i cani, godendomi il fresco e la quiete del mattino. Mi lavo la
faccia ed esco scrutando il cielo. La temperatura é piacevole anche se di certo
non é ancora arrivata l'aria fredda portatrice di instabilità. L'aria é
immobile, in cielo solo qualche cirrostrato. Yuppie si va!
Mi infilo in macchina ignorando il muso implorante dei cani che fa capolino
dalla porta della stalla, e guido fino in centro a Castelnovo dove faccio
colazione in un bar. Mi avvio poi lungo i tornanti che portano alla Pietra di
Bismantova, osservando la manica dove c'é l'atterraggio dell'elisoccorso,
svenuta. Bene bene, mi sfrego le mani e mi butto a capofitto giù per la
mulattiera che porta in un bel pratone alle pendici della Pietra. Opperò, c'é
un bel venticello qui... Opperbacco, come soffia qui! Con mia grande sorpresa c'é
una brezza sostenuta da Ovest ad accogliermi sotto le pareti della Pietra.
Strano... L'aria altrove era ferma. Concludo che é la solita brezza di monte
che si incanala da quella parte, un pò più sostenuta del solito, rinforzata
per chissà quale motivo e destinata a scomparire rapidamente con l'insolazione
solare. Condizioni ideali per fare dinamica sulle rocce, ad ovest... Eppure, le
condizioni prefrontali mi impongono prudenza. Potrebbe essere un vento meteo in
arrivo, che scende dagli strati alti a quelli bassi, portatore di windshear e
turbolenza, rotori di sottovento di tutto quanto l'Appennino, instabilità e
compagnia bella... Perciò desisto, faccio dietro-front e me ne ritorno a casa
quatto quatto.
Fa lo stesso, ho volato appena qualche ora prima, sarà per un'altra volta.
Eppure, l'aria in paese é ancora ferma... Eppure, l'aria a casa mia é ancora
ferma e invitante... Bo! Intanto libero i cani che si mettono a correre come
matti e mi avvio in loro compagnia lungo la strada per esaminare meglio la
situazione nel prato lì dietro che ho usato come decollo anche la sera prima.
Mi muovo silenziosamente per non far fuggire i caprioli che pascolano nei
dintorni nella speranza di poterne ammirare uno da vicino, ma stamattina non se
ne vede l'ombra. L'aria é decisamente immobile, il cielo velato da cirri ma
limpido e privo di cumuli. Decido di andare a prendere l'attrezzatura e
preparami con calma, fretta non ce n'é, e posso sempre decollare e atterrare
subito se poi scopro che c'é qualcosa di strano in volo.
Riporto i cani a casa e spiego loro che ora devo andare a volare e non possono
venire con me. Mi osservano sconsolati seduti in mezzo al cortile, ma non mi
seguono più. Arrivato sul prato pianto il segnavento su un ballone di fieno, e
mentre monto, rifornisco ecc. lo tengo costantemente sott'occhio. Come previsto
vento non ce n'é, e il segnavento si muove appena da sud assecondando una
impercettibile brezza notturna. Ma ogni tanto inverte la rotta perché il sole
sta scaldando e cominciano le prime sbuffatine di termica che instaureranno
presto brezza di valle, in questo posto da Nord. Arrivato il momento di aprire
la vela, il dubbio é amletico: mi preparo verso Sud o verso Nord? Se aspetto un
poco sicuramente prima o poi si metterà costante da Nord, ma non ho più voglia
di aspettare e in questo momento é da Sud, il lato dove si decolla meglio perché
c'é parecchio pendenza perciò stendo, controllo i cordini ecc...
Acc..! Pork! Ecco lo sapevo, si é girato... Uff! Raccolgo a fiocco, ridistendo,
ricontrollo, mi precipito a vestirmi e imbragarmi prima che rigiri... Sono
pronto! Un pò di riscaldamento, la check-list, il segnavento si sta
afflosciando... Acc! Pork! Vado, tanto c'é pendenza!
Ooooh issa! La vela si gonfia bene tranne le orecchie... Occhio che c'é un
gradino nel terreno, salto il gradino, mentre lo salto affondo i freni e "sbam!",
le orecchie si aprono... Ok é tutto a posto, via col gas!...
Finalmente sono in volo, un pò rocambolescamente ma sono in volo, e l'aria
fresca del mattino mi regala un pò di refrigerio dalle fatiche del decollo,
gonfiando il pile. Faccio quota lentamente, aggiustandomi nell'imbrago e
ricontrollando tutto quanto, poi decido che é meglio passare la cresta che mi
separa da Castelnovo dalla parte Sud ma mantenedosi a distanza, non si sa mai
con 'sti venti...
L'aria é assolutamente liscia come l'olio. Come la sera prima. Ricontrollo il
cielo, le bandiere a terra, le fronde degli alberi, é tutto tranquillo.
Sono ormai quasi le otto e dovrebbe sentirsi qualche termichetta, ma nulla.
Devono essere i cirrostrati che tengono a bada l'irraggiamento solare. Ora però
mi voglio togliere un dente, aumento i giri e faccio quota dirigendomi verso la
Pietra sopra al paese di Castelnovo. Aumentando l'altitudine mi sembra di
avvertire una dominante da Nord/Est, come la sera prima, perciò mi avvicino con
circospezione alle falesie da quella parte. Infatti gli alberelli sul dirupo si
agitano, sento un pò di ascendenza, calo i giri ma il vario segna sempre a
salire. Cavolo com'é liscia! Bellissimo, con un filo di gas si galleggia, non
ci sono scossoni nemmeno verso Est il che é assolutamente inusuale, con tutte
quelle rocce a 90° col sole. Un vecchietto in cima al dirupo mi osserva
perplesso, é l'unico "ospite" della Pietra stamattina, la quale di
solito é piena di campeggiatori che io immancabilmente sveglio di buon mattino,
he he! Ma le previsioni (giustamente) devono aver scoraggiato gli escursionisti.
E' meraviglioso, visto che non ci sono spettatori non devo nemmeno prodigarmi in
wingover da panico sulle rocce (he he!) e rallento trazionando completamente i
trim e un poco i freni, galleggiando in dinamica con un filo di gas. Con la mia
vecchia vela che ho lasciato nel baule della macchina potrei spegnere il
motore...
Mentre me la godo un pallone giallo attira la mia attenzione verso Nord, nella
conca di Felina. E' una mongolfiera, decollano spesso da quelle parti.
Ne osservo la deriva, che indica un leggero vento da Nord/Est. Evidentemente la
brezza occidentale di poco prima era un bluff... Decido di fare una puntatina a
Felina per salutare gli amici più leggeri dell'aria, e punto verso nord nel
punto dove prevedo sarà il pallone quando arriverò, lasciandomi alle spalle le
rocce a strapiombo della Pietra. Sono controvento e devo perdere un pò di
quota, quale sistema migliore per farlo se non viaggiando veloci? Rilascio
completamente i trim, il profilo é libero di assumere la sua forma originale e
le due bretelle posteriori si lascano, la velocità aumenta sino a circa 42 km/h
all'aria. Aggancio i freni nelle loro sedi e cerco la pedalina sotto alla
selletta, me la infilo sotto i piedi e riprendo in mano i freni. Adesso ti
sistemo io, pallone gonfiato! Giù di speed, fino a circa 2/3, le carrucole
scorrono, le bretelle anteriori si accorciano. Aumento i giri a 8200 per
mantenere un congruo sentiero di discesa. L'aria sibila, starò viaggiando a più
di 50 km/h e una quarantina al suolo. Sto attento ad eventuali scossoni, ma la
turbolenza é poca e l'ala sembra un pezzo di legno. 'Sta vela con più la fai
viaggiare con più diventa stabile, é sconcertante. Correggo la rotta col peso
ed in pochi minuti sono sulla verticale del pallone, rilascio la barra e
traziono i trimm fino al 30%. Mi abbasso a salutare, ma non troppo perché
quelli sono sottovento ad una cresta ed anche se il vento é debole, é meglio
non rischiare. Gli occupanti, due uomini e una donna, contraccambiano ed io
premo sulla manetta per guadagnare la cresta sopravvento ed appoggiarmi al
costone.
Sulla conca di Felina c'é turbolenza, osservo il sole che infatti ha fatto
capolino tra i cirrostrati. Effetto immediato, penso. Rilascio i trimm per
togliermi dalle balle e mi metto vento in culo per scollinare sulla valle di
Castelnovo, le bottarelle sono cattive e disorganizzate. La mia vela bianca
sobbalza, ruota, si scarica, ma ho imparato nel tempo a fidarmi di lei e non
tocco neppure i comandi, se non per correggere la rotta. In pochi secondi sono
fuori dalla conca e le termichette che incontro qui sono dolci e amichevoli.
Osservo il profilo pulito dell'ala, che sembra gonfiata col compressore tanto é
in pressione, assaggio i comandi ed ammiro l'architettura del fascio funicolare,
con le ultime file e la raggera dei freni che fanno la pancia al vento, il
taglio ellittico del bordo d'entrata parzialmente chiuso che fende l'aria, i
rinforzi e le triangolazioni diagonali interne alla vela che si notano in
trasparenza. Decisamente una bell'ala, non é certo superfacile e pacioccona
come altre ma é una bella macchina, la Formula Uno del paramotore. Bisogna
festeggiare: mi allungo nella selletta, raccolgo le braccia appoggiandole alle
bretelle e premo progressivamente la pedalina a fondocorsa, contemporaneamente
aumento i giri fin quasi a tutto gas.
Minchia si viaggia alla grande! Il Top80 canta, e con una decina di km/h di
vento in coda sto viaggiando sul filo dei 70 all'ora, mi sembra di essere in
delta e le colline di Frascaro mi si avventano addosso, in men che non si dica
sono sul prato di partenza. Rallento e regolo i trim per l'atterraggio, viro per
perdere quota e guardo verso Nord/Est per individuare la mongolfiera, ormai
lontanissima, il giallo sbiadito dalla foschia. Mi sento decisamente
superiore... Non sarà così ma in quel momento, spiralando come un falchetto
che prende le misure per avventarsi sulla preda, su un bel pratone nel cuore
dell'Appennino emiliano, con il motore che borbotta al minimo, l'elica che gira
in folle e i cordini che fischiano, assaggiando l'aria in punta di dita, sicuro
della mia attrezzatura, di me stesso e delle mie capacità, mi sento superiore a
quelle persone infilate in una cesta sotto ad un pallone d'aria calda. Tié.
Davide