RACCONTO

Dinamica da brezza di monte
di Davide Tamagnini

Ciao popolo,
domenica scorsa, grazie al paramotore, ho potuto sperimentare un tipo di ascendenza mai provata prima, che ho chiamato "dinamica da brezza di monte".

 ...Macchevvordì?

 Il discorso é semplice: nel mio appennino, località Castelnovo nè Monti, si instaura di notte una regolarissima brezza di monte, come un pò dappertutto avviene ove vi siano rilievi, che proviene da ovest scendendo le pendici del vicino monte Ventasso e che dura fino a circa le nove del mattino, quando viene rotta dall'insolazione solare che smuove la successiva brezza di valle da est o da nord, secondo le giornate e i venti dominanti.
 Ora, nel bel mezzo dell'ampia valle, si ergono le falesie della caratteristica Pietra di Bismantova, meta di turisti e free climber, nonché ultimamente anche di un pazzo base-jumper con il paracadute... Vabbé, avrete già capito: la dolce brezzolina risale il costone roccioso sul versante ovest della Pietra dando origine a una ascendenza dinamica laminare e costante, del tutto simile a quelle che si verificano con brezza di mare lungo la costa.

 Decollato alle 07.30 in compagnia di un amico da un bel pratone alle falde della Pietra, ho scoperto per caso che la debole brezza di monte veniva raccolta e incanalata dalla particolare orografia del rilievo, tanto che sulla sommità si potevano vedere le foglie degli alberi stormire. Dopo aver sfruttato un paio di volte il fenomeno per risalire velocemente e muovermi nei dintorni, ecco il lampo di genio: "forse é abbastanza forte da...".
 Valutata la situazione (atterraggio a portata di efficienza, facile riavviamento del mio motore anche in volo), ho messo le chiappe sulla sommità del costone ed ho spento il motore... Wow! Funzionava! Ho poi inserito il segnale acustico del vario, e via avanti e indietro nella totale tranquillità aerologica delle otto del mattino. Ho anche potuto apprezzare le migliori qualità dinamiche dell'ala caricata con venti chili in più rispetto al volo libero senza motore (nel quale sono un pò scarico). Quando l'ascendenza calava leggermente, riavviavo il motore (spezzando malvolentieri il silenzio mattutino di quei luoghi...) giusto per riguadagnare una ventina di metri e poi via di nuovo! Insomma mi sono divertito. Alla fine ho volato per un'ora buona con poco più di un litro di miscela.

 Visto che su quel versante, oltre alle rocce, c'é anche un piccolo pratino, sfruttato in passato dai pionieri deltaplanisti della zona, penso che questa estate proverò a fare la stessa cosa decollando direttamente da lassù senza motore (c'é una bella scarpinata, ma c'ho l'attrezzatura ECO-fly, (opperbacco!), e se si riesce a fare un pò di quota grazie al minore tasso di caduta senza il ventolone, nella giornata giusta verso le nove, si può tentare di scavalcare la Pietra e agganciare le termiche del versante est che già scalda parecchio a quell'ora, con tutte quelle rocce a 90° col sole.
L'atterraggio rimane sempre a portata di mano dalla parte sud, e si può atterrare in qualsiasi direzione. Vedremo...

 Una nota di colore, anzi, di nero: una volta atterrato nel solito pratone, mi accingo a ripiegare la vela quando... "BANG!", un botto tremendo mi fa sussultare. Guardo in sù e vedo il pazzo con il suo paracadute nero (credo una emergenza pilotabile a sette cassoni...) che armeggia con i freni per cercare di centrare chissà quale pratino in mezzo agli alberi. Due virate ed é a terra (o sugli alberi, non lo so...). Riprendo a respirare e mostro una faccia attonita al mio compagno di volo atterrato poco prima che si picchietta la tempia con il dito. Vabbuò...
 Riponendo la mia attrezzatura, mi rendo conto ancora di più di quanto sono fortunato a volare con un simile prodigio della tecnica che mi consente di volare, appunto, sul serio... E con rischi minimi.
 Buoni voli e felici atterraggi a tutti
 Davide

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