Il nuovo Statuto AeCI


Mi propongo per un commento ragionato sull'oggetto, senza nessuna presunzione di infallibilità; anzi con la speranza che un contraddittorio costruttivo con tutti voi faccia chiarezza anche al sottoscritto.

Non mi sono mai illuso che dal precedente status si potesse passare, ipso facto, ad una condizione che rendesse immediatamente ragione alla attuale e ben più articolata situazione degli Sport dell'Aria italiani.

Procedendo con ordine, a scapito della sintesi, è necessario premettere alcune considerazioni sul precedente corso che, purtroppo, è durato assai di più del lecito, caratterizzando nella forma e nella sostanza l'operato dell'AeCI fino a non molto tempo fa.

Lo "spartiacque storico" è stato l'avvento della 106 nel lontano 1985, che già da solo avrebbe dovuto innescare un processo di revisione e ristrutturazione dell'Ente; una sorta di "periodo rinascimentale" dell'Aviazione da Diporto e Sportiva italiana, che in un lasso di tempo, ragionevolmente ipotizzabile in circa cinque sei anni, sarebbe dovuto terminare con l'inaugurazione di quella che in molti amiamo chiamare "la casa comune degli appassionati del volo".
Purtroppo, dicevo, ci sono voluti quasi vent'anni, e siamo ancora in mezzo al guado, ovvero in piena era di transizione.

Fino al 1985, l'AeCI era esattamente quello che doveva essere: espressione diretta degli Aero Club locali ad esso federati.
Una sorta di "Federazione" dunque con i suoi Club sparsi in tutto il territorio nazionale, e nella quale l'attività di gran lunga dominante era il Volo a Motore seguita a grande distanza dal Volo a Vela (più o meno a
ragione, considerata una sorta di elite di piloti sportivi), dai Paracadutisti (ai quali, giustamente, dell'aviazione in genere interessava solo avere a disposizione aeromobili in grado di decollare e fare quota; al resto ci pensavano tranquillamente da soli), ed infine gli Aeromodellisti, grandi appassionati di cui si parla sempre poco ma che hanno meriti enormi nel seminare la nostra passione.

Le proporzioni fra queste specialità erano tali che nessuno aveva mai messo in dubbio la legittimità e la rappresentatività dell'AeCI anche se questo era gestito, quasi esclusivamente, dai piloti del Volo a Motore; le cose per quello che mi ricordo funzionavano decentemente e a parte qualche inevitabile e "fisiologico" inciampo, ognuno aveva la sua parte di "orto" in cui coltivare la sua bella passione.
Se volessimo fare un parallelo abbastanza plausibile, la "Federazione AeCI" era del tutto assimilabile a qualunque altra Federazione sportiva, per esempio la FIGC, con i suoi Club federati, il suo statuto, i suoi
regolamenti ed, infine, la sua partecipazione diretta ai lavori ed ai programmi del CONI.
Per certi versi, una sola peculiarità la distingueva dalle altre, il suo "campo di gioco" era lo spazio aereo nel quale operavano (come naturalmente operano tutt'oggi) anche velivoli commerciali, militari e dunque piloti di
professione; ma questo, come dimostrato ampiamente da Paesi aeronauticamente più evoluti del nostro, non era e non potrà mai essere definito un "oggettivo" problema.

Con l'approvazione della 106, che non faceva altro che prendere legislativamente atto della situazione (visto che già un migliaio e forse più di piloti volavano con gli accrocchi più disparati), la scena cambiava
radicalmente. Non solo la scena cambiava ma, meraviglia delle meraviglie, tutta l'aviazione italiana sembrava risvegliarsi da un malefico torpore: a guisa di una novella Biancaneve, svegliata dal bacio un po' sguaiato, puzzolente di miscela al 2%, e imbrattato del fango dei nostri campi di volo, sembrava pronta a realizzare per tutti il fatidico finale del " ... vissero tutti, felici e contenti" !!!
Mai previsione fu meno azzeccata: invece di entrare nella famiglia come figli legittimi (parlo del VDS libero e a motore), fummo accolti come si fa con i "bastardi"; un tozzo di pane, un bicchiere d'acqua in cambi di tanto
lavoro.
Altro che Biancaneve e festa di nozze !!! ..... Cenerentole eravamo !!
Il nostro compito era quello di "portare l'acqua", raccogliere avanzi e soprattutto farlo in silenzio mentre la nostra matrigna e la sua prediletta, ormai inacidite e sterili, si trastullavano coi sogni di feste principesche e sgargianti carrozze regali.
Magari si fossero accontentate del bacio del primo deltaplano, forse un po' sgarrupato e sbilenco, forse poco presentabile a corte, ma sicuramente capace di "ingravidarle" entrambe, e garantire così una numerosa e festosa 
stirpe di appassionati di volo.
Scusate.
Il dito malefico mi scorre troppo veloce sulla tastiera a sparar cazzate.
Dicevo, dopo la 106, lo scenario si movimentava quanto basta per immaginare l'AeCI non più come una "Federazione" di Aero Club provinciali, bensì come una Confederazione di Federazioni: una sorta di piccolo "CONI" degli Sport dell'Aria.
Questo il motivo per cui, a suo tempo, non mi sono sentivo di appoggiare un organismo ufficialmente costituito e, nelle intenzioni, istituzionalmente paritetico, quale era la CSA (avrei preferito di gran lunga quello che in
FIVU chiamavamo "un comitato di coordinamento informale tra le FSA).

Non credo che i fatti sarebbero cambiati gran che, sappiamo bene tutti che a seguito della legge Melandri e del diverso orientamento politico del Governo, i giochi erano già fatti da tempo e la rosa dei nomi più o meno decisa !
Ma torniamo a noi, in questa ottica gli Aero Club federati non avrebbero più rappresentato la struttura portante del nostro ente ma, più verosimilmente, si sarebbero dovuti trasformare in piccole, medie, e grandi "aziende", mono o pluri specialità, senza scopo di lucro, e quindi espressione territoriale della passione, dell'iniziativa imprenditoriale, e della vivacità intellettuale dei loro soci; in tale forma avrebbero avuto la loro parte e la loro voce in seno all'AeCI (ricordate: nel progetto FIVU denominato Aero Club 2000, fra le altre c'era anche la Federazione degli Aero Club Italiani).
Facile vero ??? ..... ma quando mai !!!!

Come ogni transizione epocale (quindi, non una rivoluzione) avrebbe avuto bisogno di superare tutta una serie di verifiche e revisioni con il contributo costruttivo di tutti.
Certo lo statuto proposto dal commissario Leoni è ancora lontano da quello che, probabilmente, molti di noi vorrebbero, ma ha in se uno strumento che finalmente ci offre una scelta.
Non posso negare che la scelta sia indolore (sia dal punto di vista economico che organizzativo), e neppure che basti il coraggio di Franceschiello per operarla, ma di una scelta comunque si tratta.

Per quello che ho capito io, di scelte ce ne sono almeno tre:

1) non guardare più in la del proprio naso, recintare il proprio orticello, e lasciare tutto com'è ora (gli attuali Enti Aggregati rimangono tali ecc ecc ) accettando inevitabilmente che per il futuro saranno altri a decidere
per noi; ..... altri, che questa volta saranno del tutto incolpevoli;

2) lo sguardo va ben oltre la punta del naso e, con la consapevolezza che un prezzo comunque vada pagato, gli Enti Aggregati si traformano in Federati imprimendo così un sensibile aumento della velocità con cui stiamo
attraversando il guado (il "CONI" dell'Aria sarebbe ancora lontano ma già in vista); naturalmente starebbe agli Enti Aggregati concordare con forza il "prezzo" da pagare;

3) sperare che la presenza di figure nuove, comunque prevista dallo statuto Leoni all'interno dell'Assemblea e del Consiglio Federale, anche in assenza del massiccio ingresso degli attuali Enti Aggregati, sia sufficiente a
garantire comunque un cambiamento.
Questa è una scelta di chiara matrice "pilatesca" e anche abbastanza pericolosa; di sicuro quella che costa meno .......

Voglio solo aggiungere, poi concludo, che abbiamo davanti problemi quali la S.V., i pesi (con tutto il corredo di questioni che si portano appresso), le Scuole, gli spazi aerei, le quote di volo e la radio si, la radio no, i
rapporti con EASA e gli altri Paesi comunitari ecc ecc
Non credo che Pilato sia il maestro migliore da cui imparare; pensiamoci bene e ..... cordialità e buona fortuna a tutti.

Luciano Giannini

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Dalla riunione in Aeci del 24/1/2004 a Roma personalmente traggo questi punti:

POSITIVI
L'ente ci ha invitato, ci ha informato, ci ha permesso di esprimere la nostra opinione e ci ha persino rifocillati!!!
Con le modifiche allo statuto (in via di approvazione) ora c'è la reale  possibilità di trasformare i ns. Enti Aggregati in Aero Club Federati,  senza ulteriori costi, ma con la possibilità di inserire il ns. presidente nell'Assemblea di aeci e rompere quindi l'attuale monopolio. Inoltre come ente federato pare ci sia la possibilità di avere aiuti diretti (finanziamenti x rinnovo flotta) e/o di utilizzare terreni demaniali con uno sconto.
La sensazione che queste scelte di modifica siano scaturite da una sincera apertura al VDS che è stato ufficialmente riconosciuto, fino al commissariamento dell'ente, come la mucca da mungere da parte degli Enti
Federati (in particolare dal volo a motore (A.G.)
C'è una nuova particolare attenzione ai giovani (siamo stati testimoni di un esempio di vera promozione al volo sponsorizzato da aeci)

NEGATIVI
Leoni è stato vessato non poco per quest'apertura al VDS (e immagino anche per altro) tra informazioni di garanzia, ricorsi alla magistratura e danneggiamenti al suo aereo... evidentemente quelli che hanno ancora la
colla sui pantaloni (per meglio attaccarsi alle poltrone) sono potentemente interessati affinchè nulla cambi.
Venendo da un periodo "medioevale", abituati a pagare e tacere, nessun ente aggregato ha capito che lo statuto messo in rete da Leoni era lì apposta per ricevere eventuali emendamenti che forse nessuno ha mandato, quindi lo statuto è così e sarà modificabile credo solo DOPO che sarà costituita la nuova assemblea di aeci: un po' tardi per noi del VDS!

Le piccole strutture (le ns. scuole) non potranno facilmente diventare Club Federati: i membri del consiglio non possono avere incarichi... come dire se già faccio l'istruttore, non posso fare anche il presidente od il
consigliere della mia scuola! Inoltre la possibilità di un controllo più serrato sui bilanci (da consegnare all'aeci) non è stato molto ben digerito (con la possibilità di venire persino commissariati!!!).
L'esiguo numero di partecipanti (non so quanti siano gli enti aggregati, ma tra volo libero ed a motore saremo almeno 200?), i giochi ormai fatti ed il poco tempo a disposizione non ha permesso un adeguato approfondimento del  tema.
Leoni ci lascia in Aprile e se ci saranno pochi enti aggregati che si trasformeranno in federati, i "vecchi" 88 enti federati ripristineranno la situazione precedente... e buona notte. L'attuale statuto lascia ancora gli enti aggregati nelle stesse condizioni.

INTERVENTI
Alcuni si sono dimostrati interessati a trasformarsi in enti Federati, altri non hanno visto questa possibilità come il modo migliore per aiutare il VDS e le sue scuole (io sono fra questi). Non saprei dirvi quanti erano di un'idea piuttosto dell'altra. Personalmente ho detto che per aprire al VDS bastava inserire il presidente di ogni ente aggregato nell'assemblea aeci e non, com'è adesso, uno solo per tutti gli enti!

LA COPERTA
Questa è sempre corta: il finanziamento del CONI è strettamente legato al numero di soci aeci. Ora solo i soci degli enti federati possono essere anche soci aeci, mentre quelli degli enti aggregati no. Se si aprisse
questa possibilità forse potremmo aumentare il numero dei soci per allungare questa coperta, purtroppo l'attività sportiva (numerosa nel volo libero) richiede una tessera FAI rilasciabile solo da un ente federato.

CONCLUSIONI
Forse questa riunione si sarebbe dovuta fare prima, in tempo per poter emendare lo statuto: considerata la disponibilità dimostrata dal Commissario avremmo potuto fare un bel lavoro insieme.

Claudio Chicco